mercoledì 16 gennaio 2013

I servizi sociali a terra! Ricevo e pubblico. Domani conferenza stampa

A dispetto dei toni trionfalistici adottati, la scorsa settimana, dal vicesindaco e assessore alle politiche sociali di Roma Capitale, Sveva Belviso, la riforma dei servizi domiciliari prodotta dalla giunta Alemanno si qualifica come grave inganno ai danni dei cittadini e dei lavoratori impegnati nel settore. Si tratta, infatti, di un modesto tentativo di riorganizzazione, condotto in gran fretta, per ovviare a un imbarazzante inconveniente: la mancata traduzione in operatività dell'atto originariamente concepito come cornice per il rinnovamento dei servizi. Dunque, negli ultimi giorni di dicembre, una nuova delibera è stata formulata, nella speranza di coprire il fallimento derivante dal disaccordo tra Amministrazione centrale e i quattro Municipi, governati dal centro-destra, che avrebbero dovuto garantire, già nel primo semestre dell'anno passato, la sperimentazione del sistema. Il nuovo atto, da qualche giorno inspiegabilmente non più disponibile sul sito di Roma Capitale, non contiene alcun elemento di garanzia rispetto alla possibilità di raggiungimento degli obiettivi annunciati da Belviso. In completa assenza di chiarezza circa i percorsi che dovrebbero condurre a un significativo abbattimento delle liste di attesa e a un sensibile innalzamento della qualità degli interventi, la giunta Alemanno, nella prospettiva di rinforzare la coesione interna, ha provveduto comunque a ribadire la propria particolare idea di welfare. In quest'ottica, ha addirittura previsto, tra le altre cose, che agli operatori della cooperazione sociale non venga applicato il contratto collettivo nazionale di lavoro. Molte centinaia di lavoratori, determinati a non cedere all'insopportabile vessazione, hanno sottoscritto un appello che sarà presentato alla stampa giovedì 17 gennaio, alle ore 12.00, presso Via Antonio Toscani 23, a Monteverde.


Info: 335.81.22.997 - postarios@gmail.com


Appello alla città


Dopo trent’anni di impegno nella costruzione dei diritti dei cittadini più fragili, di accettazione di condizioni inadeguate, di assunzione di smisurate responsabilità, al solo scopo di garantire un reale innalzamento della qualità della vita collettiva, noi, operatrici e operatori della cooperazione sociale romana, crediamo sia giunto il tempo di essere riconosciuti come lavoratori degni di tutela.
Tre decenni di lavoro affidabile e cosciente non risultano, oggi, un elemento di garanzia per il nostro futuro. Sembra, anzi, che si intenda ridurre a nulla ogni nostro sforzo e che si voglia riprodurre, a tempo indeterminato, la gabbia di precarietà all’interno della quale siamo costretti a vivere.
Proprio ragioni di sopravvivenza, non solo personali, ma dell’intero sistema dei diritti, ci spingono a denunciare, quindi, l’inaccettabilità della nostra attuale condizione.
Per questo motivo, al netto di ogni altra fumosa considerazione, intendiamo, a partire dalla sottoscrizione di questo appello, rifiutare ogni percorso che non individui nell’applicazione integrale del contratto collettivo nazionale di lavoro un obiettivo imprescindibile.
Non si fa welfare senza welfare!

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